25 aprile 2022

LA COTOGNI E LE RAGIONI DELLA PACE

La seconda guerra mondiale finisce nel 1945 e lascia 68.000.000 milioni di morti all’incirca. Seguono poi, 77 anni di pace in Europa. 

Questo significa che per ogni anno di pace abbiamo pagato con 900.000 vittime, oltre a devastazione, distruzione, odio e rancore fra i popoli. 

Ed è questo un prezzo che non vogliamo pagare nuovamente. 

Tutta l’Europa deve lavorare per i negoziati di pace, con una sola voce dove prevalga la ragione contro la forza e la violenza. 

Siamo tutti come TITTA RUFFO Partigiani per la pace !

Copyright immagini Titta Ruffo

Il discorso di Titta Ruffo al primo congresso dei Partigiani per la Pace (20-25 aprile 1949, Parigi, Salle Pleyel)

“Quale delegato dei lavoratori e degli artisti del Teatro Lirico fiorentino e presidente dell’Associazione antifascisti, ho accettato con piacere di partecipare a questo Congresso della Pace.

Sarò breve nella mia esposizione e vi parlerò come se conservassi con tutta semplicità, senza grandi frasi, non essendo io un oratore.

Premetto anzi tutto che è con viva emozione che vi parlo, in questo tempio d’arte e della cultura in cui in giovinezza, ebbi l’onore di ottenere uno dei più grandi successi della mia vita di artista

Consapevoli di compiere un sacro dovere, alziamo il grido di “abbasso la guerra”, la guerra che tante miserie, dolori e barbarie, ha seminato nel mondo. Ed a ciascuna di queste immani tragedie, che si susseguono da secoli nel mondo, non seguirono che nuovi previlegi e nuove ingiustizie. In questa lotta ci assisterà il pensiero di V. Hugo, il suo spirito aleggerà su Parigi che tanto amava, dove si ispirò per la grande opera “I Miserabili” che commosse tutta l’umanità. Il suo spirito ci assisterà per infonderci la fede incrollabile necessaria per la battaglia della Pace, per il bene di tutta l’umanità. Ci assisterà anche lo spirito di L. Tolstoj, nello sdegno che egli nutriva contro la guerra. Egli già scrisse: “Governanti, se volete fare la guerra andateci voi a combattere e lasciateci tranquilli nelle nostre officine e nei nostri campi”. In questa avversione alla guerra e alla schiavitù dei popoli sottoposti all’influenza malefica dei fomentatori di guerre, mi è caro rievocare anche un uomo di grande mente. Intendo ricordare Abramo Lincoln che sul nascere della Repubblica stellata, quale presidente tolse la schiavitù e proclamò la libertà per la razza negra: atto sublime di civiltà e di bontà cristiana. Ricordo infine qui uno dei più grandi patrioti italiani: Giuseppe Mazzini che nella sua grande mente concepì la fratellanza dei popoli in una repubblica universale.

Ma per raggiungere l’ideale di pace è necessario innanzitutto che le forze reazionarie siano messe nell’impossibilità di far prevalere i loro piani imperialistici, fomentatori di guerre fra i popoli. Per questo noi siamo qui riuniti, in questo primo grande congresso mondiale dei partigiani della pace, a rappresentare milioni e milioni di persone che attendono da noi parole di incoraggiamento, capaci di restituire la tranquillità nelle case, la fede nella vita e la speranza in un avvenire di Pace, di Libertà, di Giustizia e di Indipendenza per tutti i popoli. Queste speranze potranno tradursi in certezze se noi tutti ci impegneremo a rimanere uniti per rafforzare questa unione di tutti i popoli del mondo. Queste speranze diventeranno realtà se gli uomini che si accingono a portare la distruzione atomica sapranno che tutti i popoli, di qualsiasi razza, di qualsiasi credo politico, di qualsiasi religione rimarranno uniti per impedire con ogni mezzo che le forze del male compiano questo nuovo crimine contro l’umanità. 

Viva l’unificazione di tutti i popoli! Viva la fratellanza universale! Viva la pace!”

*La delegazione italiana, guidata da Pietro Nenni, era composta da Elio Vittorini, Renato Guttuso, Salvatore   Quasimodo, Natalia Ginzburg e Giulio Einaudi


  • "Mai la tecnica ha fatto artista nessuno, ma mai nessuno è diventato artista senza la tecnica”.

    Enrico Caruso

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